Sara Brunetti
La nostra chef (e non solo) romantica
di Diletta Nicastro
I laboratori di piccoli chef per gli studenti della scuola primaria, iniziati a ottobre, hanno avuto un successo tale che si è stati costretti a dividerli in piccoli sottolaboratori, per permettere a tutti gli iscritti di partecipare al meglio ed essere seguiti passo passo durante le loro esplorazioni gastronomiche.
Ad insegnare i segreti dell’arte culinaria ai bambini è la chef Sara Brunetti, un volto molto conosciuto nella nostra scuola, perché sono anni ormai che si divide tra supplenze, lavori di segreteria, supporto psicologico agli studenti (sia di primaria che dell’infanzia), ore di sostegno e, adesso, insegnante del laboratorio di cucina.
Nata a Gualdo Tadino (Pg) il 9 novembre 1988, Sara si è laureata a Torino in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione e si è diplomata all’Alma, il più autorevole centro di formazione della Cucina Italiana a livello internazionale la cui sede è lo splendido Palazzo Ducale di Colorno (Parma). La sua tesi: I dolci della memoria, in cui ha ripercorso i passi della sua vita attraverso una lunga serie di dolci che ne narravano le esperienze che l’hanno portata dove è arrivata oggi.
Il primo passo l’ha ricondotta a Gualdo Tadino, nella cucina di casa, dove ha iniziato ad amare questa professione grazie alla nonna e alla mamma.
“Entrambe sono appassionate di cucina, e mi hanno passato questo amore. Ricordo ancora con grande entusiasmo le domeniche di quando ero piccola, passate a preparare il pranzo assieme a loro. Nel corso del tempo sono diventata, ovviamente, l’addetta ai dolci. Anche oggi, che ci vediamo meno, rimane questa caratteristica, come a Natale, per esempio, quando ci rincontriamo di nuovo tutti attorno alla tavola”.
Come è nata l’idea di associare le due passioni, la psicologia e la pasticceria?
“Ho sempre amato i bambini e quando ho iniziato a studiare ho subito pensato di laurearmi in psicologia, per applicarla in campo scolastico. Creare i laboratori di cucina per i bambini mi ha permesso di unire le mie passioni e di insegnare loro il mio sapere in ogni campo. Dal punto di vista psicologico, cucinare accresce l’autostima dei bambini, perché possono avere subito tra le mani un risultato concreto del loro impegno, di conseguenza i bambini si sentono capaci. Inoltre i corsi di cucina aiutano i bambini per la componente sociale, perché si aiutano e si completano. Senza trascurare la parte ludica, perché contemporaneamente si divertono molto”.
Tra gli obiettivi del corso si parla anche di ‘sviluppo culturale’.
“In Italia abbiamo tante cose meravigliose, tra cui la cultura per il cibo, ed è bello trasmettere questo patrimonio ai bambini, affinché capiscano da dove veniamo e come funziona lo sviluppo delle materie prime. A volte i bambini fanno fatica a capire da dove vengono gli alimenti e con il corso si riesce quindi a promuovere anche la conoscenza sulla cultura culinaria, un’arte in cui l’Italia è prima al mondo”.
Che emozioni ti regala vedere bambini così piccoli che creano qualcosa con le loro mani grazie ai tuoi insegnamenti?
“Ci si stupisce sempre nel constatare quanto i bambini siano in realtà capaci. A volte sono addirittura più bravi di noi. Dentro di loro c’è lo stupore e l’innocenza, e la verità, che dovremmo tutti noi tornare a riscoprire. E sono creativi, non hanno i paletti che abbiamo noi adulti. Un esempio? L’altro giorno facevamo i biscotti e c’era la formina di uno scoiattolo. Nel vederlo un bambino lo ha rigirato e lo ha modellato, rendendolo un cavallo perché lui vedeva un cavallo. E in effetti ERA un cavallo. E’ stato emozionante vedere la loro immaginazione oltre a quello che si insegna loro”.
Come hai conosciuto la nostra scuola?
“Sono arrivata qui grazie a Suor Maristella, dopo un anno passato in un nido qui a Roma, dove mi sono trovata male, molto male. Appena ho messo piede in questa scuola mi sono resa conto di quanto questo luogo fosse diverso e speciale. Ho trovato immediatamente un clima familiare e un amore per il prossimo che mi ha stupita. Tutti qui si preoccupano per la tua persona; non per quello che riesci o non riesci a fare ma perché proprio si preoccupano per te, cosa che oggigiorno è difficilissima da trovare. Ho iniziato con supplenze e aiuto in segreteria, il che mi ha permesso di entrare molto in contatto con Suor Stella. Conoscerla per me è stata una grande fortuna e tutto quello che ho fatto con lei rimarrà per sempre nel mio cuore, come le ore passate nella sua stanza a leggere insieme le bozze dei suoi ultimi libri. Ma chi voglio veramente ringraziare è Suor Celina, con cui lavoro in segreteria. E’ una vera insegnante di vita. Sapere di lavorare al suo fianco, mi fa venire a scuola ogni giorno con il sorriso”.
La scuola ha come obiettivo di trasmettere i valori della fede e di porre Gesù come modello di vita. E’ possibile fare questo anche in un corso di cucina?
“Certo. Nel percorso di vita e nel quotidiano dobbiamo sempre ringraziare Gesù per quello che abbiamo, compresa la possibilità di cucinare. Non tutti hanno la fortuna di scegliere cosa mangiare o di avere a disposizione tutte le materie prime per realizzare quello che si vuole. Iniziamo sempre i corsi ringraziando Colui che ci ha permesso di avere questi doni”.
Prima del commiato, chiediamo a Sara i suoi gusti per poterla conoscere un po’ meglio e scopriamo che…
“Sono un’inguaribile romantica! Amo i film con storie d’amore intense tipo Le pagine della nostra vita. La sera dopo cena è sempre una lotta scegliere cosa vedere, perché mio marito invece non li sopporta più! Anche con i libri preferisco le storie romantiche e leggere, senza disdegnare i gialli, ma riesco a leggere solo d’estate. E per quanto riguarda i dolci… tutti! Anche se preferisco di sicuro quelli con le creme che quelli alla frutta”.
Arriva Suor Celina. E’ tempo di chiudere, ma c’è ancora lo spazio per lo scatto di alcune foto allegre prima di tornare a casa per preparare il corso sulla pasta fresca, per continuare ad insegnare ai nostri bambini le meraviglie della cucina…